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"Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it read less
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Trump si insedia alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti restano divisi | 20/01/2025 | Il Corsivo
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Trump si insedia alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti restano divisi | 20/01/2025 | Il Corsivo
Trump si insedia alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti restano divisi. E' il giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, come il 47esimo Presidente degli Stati Uniti. Per Trump si tratta del suo primo comizio a Washington dall'assalto al Congresso il 6 gennaio 2021. Il suo mandato si apre già tra mille polemiche. I primi provvedimenti. Sarà avviato il grande piano per contrastare l'immigrazione che prevede arresti, vere e proprie deportazioni. Sul piano operativo doveva scattare in queste ore a Chicago, città simbolo del potere democratico, ma la fuga di notizie del Wall Street Journal ha solo spostato il luogo della partenza. Le agenzie che collaborano con Ice, l’Immigration and Customs Enforcement, dall’ Homeland Security Investigations, il braccio investigativo del dipartimento di sicurezza interna, all’Enforcement and Removal Operations, che invece gestisce le deportazioni, restano in stato d’allerta. Agli agenti non sono stati però ancora forniti dettagli specifici e logistici, se non un generico “tenersi pronti a partire”. Trump dovrebbe emettere un ordine esecutivo che darebbe alla società madre cinese di TikTok più tempo per trovare un acquirente prima che la popolare piattaforma di condivisione video venga soggetta a un divieto permanente negli Stati Uniti. Poi Trump procederà all’acquisizione da parte degli Stati Uniti della Groenlandia, oggi regione autonoma della Danimarca: le valutazioni sull’“affare del secolo” variano tra 600 e 1.100 miliardi di dollari. Le distanze tra Stati Uniti ed Europa. Trump non ha invitato alla cerimonia di insediamento nessuno dei rappresentanti delle istituzioni comunitarie (von der Leyen, Costa e Metsola), facendo invece recapitare il biglietto di ingresso ai soli Giorgia Meloni e Viktor Orbán tra i leader del Vecchio Continente (il premier ungherese ha poi rinunciato al viaggio a Washington) . L'altra America. Metà del Paese non ci crede, come ha dimostrato la “People March” di protesta tenutasi nella capitale. I numeri dei manifestanti non erano paragonabili alla marcia delle donne all’inizio del primo mandato, ma il messaggio era lo stesso: «Trump deve andarsene». La strategia della resistenza sembra cambiata, forse perché la gente è esausta, oppure perché la contrapposizione frontale e generale non promette di funzionare. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
La Lega fa quadrato sulla candidatura di Zaia in Veneto | 17/01/2025 | ll Corsivo
Há 4 dias
La Lega fa quadrato sulla candidatura di Zaia in Veneto | 17/01/2025 | ll Corsivo
La Lega fa quadrato sulla candidatura di Zaia in Veneto. Matteo Salvini convoca il consiglio federale della Lega e al primo punto della discussione mette sul tavolo il terzo mandato per Luca Zaia in Veneto. Così il Carroccio blinda la candidatura di Zaia, contrastata invece in modo pubblico dalla premier Giorgia Meloni, da Fratelli d'Italia e da Forza Italia che vorrebbero spartirsi la poltrona del Governatore veneto. Lo strappo di Zaia di queste ore è servito proprio per ricompattare il suo partito e per rendere alla luce del sole le posizioni delle tante anime che compongono la direzione leghista. Tutto è avvenuto dopo settimane di forti tensioni tra la leadership leghista e il governatore del Veneto, in seguito allo stop di Meloni al terzo mandato e le conseguenti accuse di debolezza al vicepremier Salvini, che secondo i leghisti veneti avrebbe di fatto avallato la fine della stagione di Zaia. Le reazioni. "Totale sintonia e condivisione degli obiettivi fra Matteo Salvini, Luca Zaia e l'intero consiglio federale. Il Veneto è un modello di buon governo apprezzato a livello nazionale e internazionale. Per la Lega, squadra che vince non si cambia", scrive in una nota il vertice della Lega. Ma resta palese lo scontro tra chi, come il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, crede che alla fine si potrà trovare una sintesi con gli altri partner di maggioranza, e quelli come il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo che ricorda come la Lega vuole tenersi le regioni dove governa. e chiede a Giorgia Meloni di trovare una soluzione soddisfacente. La palla viene dunque rigettata all'avversario interno con la speranza che ci sia un ripensamento. La sensazione è che la Lega, nel caso si andasse all'abolizione del terzo mandato, potrebbe porre un serio problema di permanenza nella maggioranza. Non sarebbe neppure la prima volta. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Salvini diserta il question time sui disagi sui treni. Poi interviene in aula: colpa della sinistra | 16/01/2025 | Il Corsivo
Há 5 dias
Salvini diserta il question time sui disagi sui treni. Poi interviene in aula: colpa della sinistra | 16/01/2025 | Il Corsivo
Salvini diserta il question time sui disagi sui treni. Poi interviene in aula: colpa della sinistra I disagi subiti dai cittadini in questi giorni lungo la rete ferroviaria diventano ben presto uno scontro politico. Matteo Salvini non si presenta al question time alla Camera, le opposizioni chiedono le sue dimissioni, Renzi gli grida "buffone", gli altri gli urlano "torna a bordo", e il ministro interviene dando la colpa di quello che è accaduto sui treni alla sinistra. Spiegata così, la seduta parlamentare di ieri si trasforma in una commedia all'italiana dove il ministro competente nel settore trasporti fugge dalle sue responsabilità: incalzato, da la colpa alle opposizioni. La difesa di Matteo Salvini. Il leader leghista accusa i governi del Pd. "Per recuperare i danni del malgoverno della sinistra, abbiamo avviato un piano da 100 miliardi di investimenti per le infrastrutture ferroviarie, con oltre 1.200 cantieri già attivi per recuperare decenni di ritardi sulle ferrovie di questo Paese", dice Salvini. Insomma la solita solfa: Salvini accusa quelli che lo hanno preceduto. Ricordo però che nel primo governo Conte Salvini era vice premier, ha sostenuto l'esecutivo di Mario Draghi con ministri leghisti in importanti dicasteri, e dal 2022, dopo la vittoria del centrodestra, Salvini ricopre gli incarichi di ministro dei Trasporti e delle infrastrutture e vice presidente del consiglio. Per quanto tempo ancora Salvini si impegnerà nel gioco dello scaricabarile? "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Lo strappo di Zaia. Fdl vuole il mio posto? In quel caso corriamo da soli | 15/01/2025 | Il Corsivo
Há 6 dias
Lo strappo di Zaia. Fdl vuole il mio posto? In quel caso corriamo da soli | 15/01/2025 | Il Corsivo
Lo strappo di Zaia. Fdl vuole il mio posto? In quel caso corriamo da soli. Nella conferenza stampa di inizio anno, la premier Giorgia Meloni ha rivendicato la nomina di un candidato di Fdl alla corsa per le elezioni regionali in Veneto nel 2025. ma Luca Zaia non ci sta. "In attesa del giudizio della Corte costituzionale sul terzo mandato, se il centrodestra non troverà una sintesi, sarà comunque la Lega a indicare la strada: possiamo correre da soli e se richiesto io non mi tirerò indietro”, dice Zaia. Come dire: davanti a un muro contro muro nella coalizione di centrodestra, diverrebbe naturale pensare a una corsa leghista solitaria in Veneto. Nella sostanza, senza un via libera al terzo mandato per i presidenti di regione, che nel suo caso sarebbe il quarto, Luca Zaia correrà comunque alle prossime elezioni in Veneto, con la Lega e sei liste autonomiste collegate. L'obiettivo di Luca Zaia. Zaia pensa già al piano B. Vuole essere eletto consigliere regionale a furor di popolo, governare il dopo-Zaia magari da presidente del consiglio regionale, tenersi in una posizione di forza per trattare poi la possibilità della corsa a sindaco di Venezia nel 2026, o di un posto da ministro a Roma. L'obiettivo della coalizione di centrodestra. In Veneto, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono impegnati nella campagna acquisti tra sindaci e consiglieri comunali, con l’obiettivo di mettere sul tavolo del centrodestra candidati-presidenti alternativi, come il senatore Luca De Carlo, l’assessora Elena Donazzan per Fdi, Flavio Tosi per i forzisti. Si pensa anche a soluzioni alternative a Zaia nel campo leghista: in crescita ci sono il sindaco di Treviso Mario Conte e la fedelissima vice di Zaia, Elisa De Berti. Mancano ancora dieci mesi, ma si affilano i coltelli nella maggioranza in uno dei punti strategici del potere politico leghista che Giorgia Meloni vorrebbe scalare mettendo da parte Zaia. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Niente ergastolo per un duplice femminicidio. I giudici: motivi umanamente comprensibili | 14/01/2025 | Il Corsivo
Há uma semana
Niente ergastolo per un duplice femminicidio. I giudici: motivi umanamente comprensibili | 14/01/2025 | Il Corsivo
Niente ergastolo per un duplice femminicidio. I giudici: motivi umanamente comprensibili. Salvatore Montefusco aveva ucciso a fucilate la moglie Gabriela Trandafir, e la figlia della donna, Renata, a Cavazzona di Castelfranco Emilia. Al termine dell'iter processuale, i giudici della Corte di Assise di Modena lo condannano a 30 anni, anziché all'ergastolo, e scrivono che l’uomo, “arrivato incensurato a 70 anni, non avrebbe mai perpetrato delitti di così rilevante gravità se non spinto dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate”. Dunque la pena è stata decisa anche in ragione “della comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato”. Le reazioni. I parenti delle vittime, tramite la legale Barbara Iannuccelli, esprimono “forte incredulità” per la decisione dei giudici. Parla di una interpretazione inaccettabile chi assiste le vittime di violenza, come Elisa Ercoli, presidente Differenza Donna che gestisce il 1522, il numero antiviolenza e antistalking. La ministra delle Pari opportunità Eugenia Roccella definisce i contenuti della sentenza pieni di “elementi assai discutibili e certamente preoccupanti”. Secondo la senatrice del Pd Valeria Valente della Bicamerale Femminicidio, il provvedimento dei giudici è da ‘manuale del patriarcato’. In genere le sentenze non si dovrebbero commentare, ma l'autore del duplice femminicidio, sebbene incensurato, non aveva alcun motivo "umanamente comprensibile" per uccidere a fucilate moglie e figlia. I giudici, in questo caso limpido nel movente e nella dinamica, hanno dimostrato una preoccupante impreparazione. Va bene il garantismo, ma qui i giudici di Modena hanno superato anche i minimi livelli di buon senso. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Liberazione di Cecilia Sala. Nordio firma la scarcerazione di Abedini | 13/01/2025 | Il Corsivo
13-01-2025
Liberazione di Cecilia Sala. Nordio firma la scarcerazione di Abedini | 13/01/2025 | Il Corsivo
Liberazione di Cecilia Sala. Nordio firma la scarcerazione di Abedini. L'Italia ha accettato la contropartita per la liberazione di Cecilia Sala, detenuta nel carcere di Evin, a Teheran, e da pochi giorni rilasciata dalle autorità iraniane. La scarcerazione della freelance Sala ha aperto nuove strade diplomatiche per l'ingegnere iraniano Abedini che nel frattempo aveva chiesto gli arresti domiciliari. Solo una richiesta del Guardasigilli Carlo Nordio avrebbe potuto portare alla sua liberazione. Così il ministro ha depositato alla Corte di appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano disponendo la scarcerazione immediata di Abedini. Le motivazioni del provvedimento. Secondo il ministro Carlo Nordio "nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte ad Abedini, emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”. La scelta del Governo italiano. Il ministro Carlo Nordio poteva già scarcerare Abedini, ben prima della liberazione di Sala, ma aveva rinunciato per evitare di aprire un caso con gli Stati Uniti. Poi la premier Giorgia Meloni ha avviato contatti diretti con il presidente uscente Joe Biden e con quello appena eletto, Donald Trump, e spiegato i motivi della scarcerazione di Abedini. Dal via libera di Biden e Trump è partita l'iniziativa diplomatica con l'Iran che ha portato alla liberazione di Cecilia Sala e alla scarcerazione di Abedini. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Inps alza l'età per andare in pensione, denuncia la Cgil | 10/01/2025 | Il Corsivo
10-01-2025
Inps alza l'età per andare in pensione, denuncia la Cgil | 10/01/2025 | Il Corsivo
Inps alza l'età per andare in pensione, denuncia la Cgil. Dal 2027, andare in pensione si trasformerà in una vera e propria corsa ad ostacoli. Infatti serviranno 67 anni e tre mesi di età per la pensione di vecchiaia e 43 anni e un mese di contributi per la pensione anticipata (attualmente 41 anni), indipendentemente dall’età. Secondo una denuncia della Cgil, l’Inps ha cambiato gli applicativi, inserendo i nuovi requisiti pensionistici “senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dei ministeri competenti e in totale assenza di trasparenza istituzionale“. Ma non è finita, perché dal 2029 il requisito contributivo aumenterà ulteriormente a 43 anni e 3 mesi. I lavoratori penalizzati dalla norma Inps. La classe penalizzata sarebbe quella dei nati nel ’60, baby boomers, rimasti fuori dalla Quota 100 dato che per utilizzare la misura di anticipo della pensione ci volevano 62 anni compiuti entro il 2021 oltre a 38 anni di contributi versati e ora bloccati di nuovo dall’aumento dei requisiti. Non bisogna essere un esperto di welfare per comprendere la portata di questa normativa che aggrava il già complesso quadro previdenziale del nostro paese. Restano lontane le promesse elettorali di una riforma equilibrata del sistema previdenziale, il superamento della legge Monti-Fornero, il pensionamento con 41 anni di contributi per tutti. I sogni delle campagne elettorali si scontrano con la dura realtà e fanno i conti con le striminzite risorse messe in campo dalla manovra economica dell'esecutivo. All'orizzonte ci saranno nuove restrizioni e ulteriori sacrifici a carico delle lavoratrici e dei lavoratori. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
La liberazione di Cecilia Sala, il ruolo dei servizi, e altre storie | 9/01/2025 | Il Corsivo
09-01-2025
La liberazione di Cecilia Sala, il ruolo dei servizi, e altre storie | 9/01/2025 | Il Corsivo
La liberazione di Cecilia Sala, il ruolo dei servizi, e altre storie. Cecilia Sala è tornata in Italia. E' la notizia che tutti attendevano dopo il suo ingiustificato arresto lo scorso dicembre al termine del viaggio della giornalista in Iran. Ma cosa ha accelerato la sua liberazione? Il lavoro diplomatico è stato gestito direttamente da Palazzo Chigi e dal vertice dell'Aise, il servizio segreto interno, in particolare dal direttore Giovanni Caravelli. E' stato lui che ha sfruttato i contrasti interni al governo iraniano di Masoud Pezeshkian, impegnato a risolvere una profonda crisi economica. Ed è stato proprio su questo canale che si sono concentrate le azioni diplomatiche che hanno portato alla liberazione di Cecilia Sala. Il caso Abedini. Fino a pochi giorni fa, la strada maestra era quella della scarcerazione di Mohammad Abedini Najafabadi, detenuto nel carcere di Opera. Gli uffici del ministero di Grazia e Giustizia avevano accertato l'impossibilità di mandare l'iraniano agli arresti domiciliari. Al contempo avevano individuato alcuni casi precedenti per la scarcerazione diretta: l’ingegnere informatico Hervè Falciani, venne arrestato a Malpensa e rilasciato su richiesta del ministero; il regista ucraino Yeven Eugene Lavrenchuk, era stato fermato a Napoli su richiesta russa e poi liberato su ordine del governo. L'opzione più probabile non era uno scambio diretto Italia-Iran, ma la disponibilità del ministro Carlo Nordio a firmare l’inestradabilità di Mohammad Abedini Najafabadi sulla base dell’articolo 718 del codice penale. E' scattata invece una sorta di triangolazione di interessi tra Stati Uniti, Iran e Italia. Ora Cecilia è libera e il ministero di Grazia e Giustizia potrà valutare con più calma la possibile scarcerazione di Abedini. I prossimi giorni ci diranno qual'è stata la reale pietra di scambio della liberazione della giornalista. Di certo, lunedì prossimo gli iraniani incontreranno a Ginevra i rappresentanti di Germania, Regno Unito e Francia, per discutere di nucleare. L’obiettivo è la ripresa dei negoziati con l’Ue e l’America, ma per portare il confronto sul piano della diplomazia Teheran ha bisogno di alleati in Europa, di Paesi storicamente non ostili come l’Italia. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Addio a Jean-Marie Le Pen: aveva rifondato la destra francese | 8/01/2025 | Il Corsivo
08-01-2025
Addio a Jean-Marie Le Pen: aveva rifondato la destra francese | 8/01/2025 | Il Corsivo
Addio a Jean-Marie Le Pen: aveva rifondato la destra francese. La Francia che usciva dalla Seconda guerra mondiale era stata dominata sul piano politico dalla figura del generale Charles de Gaulle, l'uomo che si era opposto con le armi all'occupazione nazista, che aveva contrastato con ogni mezzo il regime fantoccio di Petain della repubblica di Vichy. Charles de Gaulle, il primo Presidente della quinta Repubblica francese, rappresentava dunque la destra liberale e conservatrice fino alla sua morte, il 9 novembre 1970. Fino a quel momento, la destra radicale e nostalgica aveva avuto un ruolo assolutamente marginale nella storia francese. Ogni tentativo di riformare qualcosa che portava al passato era stato stroncato sul nascere, in mancanza di una agibilità e credibilità politica. Fu Jean-Marie Le Pen a rendere visibile la destra revanscista con un'operazione di immagine abile e astuta. Un provocatore ossessionato da immigrati ed ebrei. Le Pen se ne è andato a 96 anni. Nel 1956, entra nell'Assemblée Nationale, eletto nella lista di Pierre Poujade, leader populista in difesa di piccoli artigiani e commercianti. Un anno dopo Le Pen crea il "Front national des combattants", l'antenato della Front National. Durante la campagna elettorale del 1958 per le elezioni legislative, viene ferito all'occhio destro durante una rissa. Trasforma la benda da pirata in un suo tratto inconfondibile. Le Pen si ispira direttamente al Movimento sociale italiano di cui riprende la fiamma nel simbolo del suo partito, ma prende anche come modelli Ronald Reagan e Margaret Thatcher, rivendicando il liberalismo economico. I suoi eccessi, le sue provocazioni, gli sono valsi diverse condanne penali: dalle camere a gas definite un "dettaglio della storia" alla "disuguaglianza delle razze", all'occupazione tedesca descritta come "non particolarmente disumana", fino alla giustificazione dell'uso della torura nelle guerre in Indocina e Algeria e l'aggressione fisica di un oppositore socialista. Dal 2012, Marine Le Pen ha sostituito il padre alla guida del Front National, cambiando il nome del partito fondato dal padre. Sarà ricordato come un pioniere dell'estrema destra europea, ossessionato dall'immigrazione e dagli ebrei. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Elisabetta Belloni lascia la guida del Dis. Verso la nuova nomina alla guida dei servizi segreti | 7/01/2025 | Il Corsivo
07-01-2025
Elisabetta Belloni lascia la guida del Dis. Verso la nuova nomina alla guida dei servizi segreti | 7/01/2025 | Il Corsivo
Elisabetta Belloni lascia la guida del Dis. Viene confermata la decisione di Elisabetta Belloni, la direttrice dell’organismo che coordina le attività della nostra intelligence, di dimettersi prima della scadenza del suo mandato. Se ne andrà dai vertici dei servizi il 15 gennaio invece di fine maggio. Alla sua lettera di dimissioni, consegnata direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, era seguita la richiesta della premier di posticipare l’annuncio di due o tre settimane settimane, per consentire l’individuazione del successore. Per il governo si è trattato di una scelta improvvisa e non prevista, e di un duro colpo d'immagine, perché dietro a queste dimissioni c'è la mancanza di fiducia tra Elisabetta Belloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Verso la nuova nomina alla guida dei servizi segreti. Nel futuro di Belloni, si apprende, ci potrebbe essere un incarico tecnico di primo piano al fianco della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Con l'uscita di scena di una figura di carattere istituzionale e tecnico, si pone il problema della sua successione, in un luogo delicato e complesso del sistema degli apparati dello Stato. Il Governo vuole che il Dis sia guidato da qualcuno politicamente non distante dal centrodestra. E questo non va bene, non tanto per il colore politico, ma per una questione di immagine istituzionale. Tra i nomi per la guida del dipartimento, circola quello di Bruno Valensise, già vice al Dis e oggi direttore dell’Aisi. Un’opzione che aprirebbe però un tema di successione al vertice dei servizi interni. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Le nuove indagini sulla morte di Piersanti Mattarella | 6/01/2025 | Il Corsivo
06-01-2025
Le nuove indagini sulla morte di Piersanti Mattarella | 6/01/2025 | Il Corsivo
Le nuove indagini sulla morte di Piersanti Mattarella. Era il 6 gennaio 1980, quando la mafia fermava il cammino del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, fratello amatissimo di Sergio, Presidente della Repubblica. Quarantacinque anni dopo, i magistrati hanno ricostruito i nomi degli assassini. Il più importante è il boss Antonino Madonia che scaricò in pochi secondi sei colpi di calibro 38 sul corpo di Mattarella. Ha un nome anche il killer che guidava la 127 utilizzata per la rapida fuga: è Giuseppe Lucchese, un altro pupillo dei Corleonesi. La Cupola di Cosa nostra guidata da Totò Riina, scelse due fidati sicari delle cosche per bloccare i progetti riformatori del presidente della Regione che voleva smantellare quel gruppo di potere costituito da mafiosi, politici e imprenditori. L'inchiesta della Procura di Palermo. Dura da sei anni il lavoro minuzioso dei magistrati palermitani. Gli investigatori hanno interrogato nuovamente decine di pentiti, effettuato intercettazioni ambientali e telefoniche, effettuato verifiche incrociate fino a giungere all'iscrizione del registro degli indagati Antonino Madonia e Giuseppe Lucchese, che all’epoca avevano 28 e 22 anni. Sono stati condannati all’ergastolo per aver commesso decine di omicidi. Insieme, spararono al prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, il 3 settembre 1982. Erano i killer di fiducia di Totò Riina: Madonia, figlio di don Ciccio, rampollo di una delle famiglie di mafia più potenti, quella di Resuttana; Lucchese, astro nascente della famiglia di Ciaculli. Il ruolo del pentito Gaspare Mutolo. "Lo dissi dopo la strage di via D’Amelio che il killer di Piersanti Mattarella era il mafioso Antonino Madonia", dice oggi il collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo, già autista di Salvatore Riina, che nel luglio 1992 iniziò a parlare con Paolo Borsellino. Dopo la strage di via D’Amelio, Mutolo mise a verbale il nome di Nino Madonia: "Ai magistrati che mi interrogavano dissi di mettere a confronto la foto del figlio di Ciccio Madonia con quella di Giusva Fioravanti, il terrorista nero che veniva indicato come l’assassino del presidente Mattarella: nel 1980 erano entrambi giovani, sono due gocce d’acqua". Molti anni dopo la nuova indagine potrebbe svelare le ombre occulte che si celano dietro all'omicidio di Piersanti Mattarella. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Il nuovo terrorismo corre sulla linea New Orleans-Las Vegas. Fbi parla di attacchi premeditati | 3/01/2025 | Il Corsivo
03-01-2025
Il nuovo terrorismo corre sulla linea New Orleans-Las Vegas. Fbi parla di attacchi premeditati | 3/01/2025 | Il Corsivo
Il nuovo terrorismo corre sulla linea New Orleans-Las Vegas. Fbi parla di attacchi premeditati. Ci potrebbe essere un collegamento tra il sospettato della strage di New Orleans e la persona morta dopo l'esplosione di una Tesla Cybertruck fuori dal Trump International Hotel di Las Vegas il giorno di Capodanno. Per entrambi gli attentati Fbi parla di attacchi premeditati, ma esclude una matrice comune di tipo organizzativo. L'uomo alla guida del pick-up della Tesla esploso fuori dalle Trump Towers a Las Vegas si chiamava Matthew Alan Livelsberger ed era un militare americano. In particolare, .Livelsberger faceva parte delle forze speciali, e insieme al terrorista di New Orleans Shamsud-Din Jabbar hanno prestato servizio per un periodo nella stessa base militare. Potrebbero aver agito in modo indipendente e senza la protezione di una organizzazione centrale. L'obiettivo a New Orleans era colpire i giovani. I 15 morti della strage di New Orleans erano soprattutto giovani. C'era un ex giocatore di football universitario americano, una giovane aspirante infermiera, la madre di un bambino di quattro anni, un tecnico audiovisivo 25enne, uno studente al suo primo anno di università, un padre di due figli, che pochi minuti dopo la mezzanotte aveva inviato alla sua famiglia un messaggio con gli auguri di Buon Anno. Nikyra Dedeaux, 18 anni, stava festeggiando il Capodanno a New Orleans con una amica. Kareem Badawi era un neolaureato della Episcopal High School. Hubert Gauthreaux si è laureato alla Shaw High School nel 2021. Nicole Perez, madre single di un figlio di 4 anni, era appena stata promossa a manager del Kimmy's Deli a Metairie. Ci sono anche storie così, nella prima strage negli Stati Uniti del 2025. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Negli Stati Uniti torna l'incubo del terrorismo. Morti e feriti a New Orleans | 2/01/2025 | Il Corsivo
02-01-2025
Negli Stati Uniti torna l'incubo del terrorismo. Morti e feriti a New Orleans | 2/01/2025 | Il Corsivo
Negli Stati Uniti torna l'incubo del giustiziere del terrorismo. Morti e feriti a New Orleans. L'incrocio tra Bourbon Street e Iberville Street, è il cuore dello storico quartiere francese di New Orleans. Proprio nel luogo pulsante della città del blues e del jazz, si è consumata la strage che riporta gli Stati Uniti nell'incubo del giustiziere del terrorismo. Un veicolo ha investito a grande velocità la folla. Il guidatore è uscito dall'auto e ha sparato: decine tra morti e feriti. Tutto è avvenuto nel centro della movida cittadina alla fine dei festeggiamenti per il nuovo anno e poche ore prima del calcio d'inizio dello Sugar Bowl del football universitario. Terrorismo? Fbi contraddice le autorità locali. Le autorità cittadine sono certe che si sia trattato di un atto di tipo terroristico, ma l'agente speciale dell'Fbi Althea Duncan, che sovrintende le indagini sull'attacco di New Orleans, contraddice in conferenza stampa sindaco e capo della polizia: no, non è terrorismo. Poco dopo Fbi rimangia le parole dette dall'agente è conferma: si, è terrorismo. Gli elementi certi dell'inchiesta. Gli ordigni esplosivi erano certamente improvvisati e sono stati ritrovati nel pick-up con cui il killer si è lanciato contro la folla. L'attacco è stato intenzionale e non un'azione derivata da uno stato di ebbrezza. L'aggressore voleva provocare una carneficina. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto il killer alla guida del pick-up uscire e sparare alle persone che erano a terra e ai poliziotti, che hanno risposto colpendolo a loro volta, uccidendolo. Si tratta dunque di un'azione di un giustiziere della porta accanto, di un cane sciolto, oppure un attentato pianificato di un'organizzazione terroristica? "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Il discorso di fine anno di Mattarella tra pace, democrazia, partecipazione | 31/12/2024 | Il Corsivo
31-12-2024
Il discorso di fine anno di Mattarella tra pace, democrazia, partecipazione | 31/12/2024 | Il Corsivo
Il discorso di fine anno di Mattarella tra pace, democrazia, partecipazione. Pace, difesa della democrazia, lavoro, sicurezza, partecipazione, bene comune. Si muove su questa linea ampia il tradizionale discorso di fine anno 2024 del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il suo decimo messaggio agli italiani è in continuità con gli altri interventi tenuti dal presidente della Repubblica nei tradizionali appuntamenti per lo scambio di auguri nel mese di dicembre: il discorso alle alte cariche, rivolto alla classe politica e dirigenziale del Paese, il discorso agli ambasciatori italiani e il discorso agli ambasciatori esteri. I temi trattati da Mattarella. In primis c'è la grave situazione internazionale con i conflitti più recenti e drammatici: l’Ucraina e il Medio Oriente. Per Mattarella bisogna indicare una via per la pace che però non sia solamente la sterilizzazione del conflitto, ma capace di difendere i diritti e di restituire giustizia. Mattarella non trascura il tema centrale del lavoro: la sicurezza, il dramma delle morti sul lavoro, l’occupazione e il precariato, i giovani costretti a far fortuna all'estero. Ma ciò che preoccupa di più Mattarella è l'astensionismo e la mancanza di partecipazione agli appuntamenti elettorali delle europee e regionali. Secondo il Capo dello Stato la democrazia può vivere solo attraverso la partecipazione di tutti i cittadini. Mattarella invita gli italiani a occuparsi della cosa pubblica, in tutte le sue articolazioni, perché la Repubblica si nutre dello slancio senza pause delle donne e degli uomini. Dieci anni di discorsi, di appelli di buon senso, di rilancio del bene comune, quasi mai ascoltati dalla classe politica di Governo e di opposizione. Per smuovere una partecipazione, con il 50% dei votanti ci vuole ben altro: i cittadini devono sentirsi rappresentati dalla classe dirigente. E questo purtroppo non avviene. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Milano città blindata. Da oggi entra in vigore il divieto di stazionamento | 30/12/2024 | Il Corsivo
30-12-2024
Milano città blindata. Da oggi entra in vigore il divieto di stazionamento | 30/12/2024 | Il Corsivo
Milano città blindata. Da oggi entra in vigore il divieto di stazionamento. A Milano, entra in vigore da oggi il cosiddetto “divieto di stazionamento”: riguarda chi ha assunto atteggiamenti ritenuti pericolosi e chi ha precedenti. Per la prefettura è “una risposta immediata all’istanza di sicurezza”. E' una sorta di Daspo urbano deciso dal prefetto Claudio Sgaraglia che implica l’allontanamento immediato di una certa persona da un certa zona ritenuta “calda”. Dubbi sulla reale applicazione del provvedimento. Restano dubbi sull'applicazione della misura del prefetto di Milano che prevede due condizioni. Da un lato il soggetto in questione deve aver assunto «atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti, determinando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica, tale da ostacolare la libera e piena fruibilità di quelle aree». E dall’altro, contestualmente, a suo carico deve già avere segnalazioni all’autorità giudiziaria per una serie di reati: detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, percosse, lesioni, rissa, furto con strappo, rapina, danneggiamento, invasione di terreni ed edifici, detenzione e porto abusivo di armi o di oggetti atti a offendere. Il Daspo urbano a Milano. Il Daspo urbano è un provvedimento che esiste già a Milano, ma esteso a tutta la città: nel 2024 la questura ne ha emessi 122. Nella maggior parte dei casi si tratta di soggetti che hanno trasgredito l’ordine di allontanamento precedentemente ricevuto — 188 nel 2024 — e, pur col divieto, sono stati trovati ancora sul territorio milanese. E quindi “Daspati”. La sensazione è che il provvedimento serva più all'immagine pubblica del prefetto Claudio Sgaraglia che a risolvere i problemi di una megalopoli com Milano. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Il 2025 di Putin e Zelensky | 27/12/2024 | Il Corsivo
27-12-2024
Il 2025 di Putin e Zelensky | 27/12/2024 | Il Corsivo
L’anno 2024 si chiude registrando una situazione che, per quanto riguarda il conflitto in Ucraina - al di là di tutte le entusiastiche (ma precipitose) aspettative che l’elezione di Trump alla Casa Bianca aveva suscitato nei putinisti di casa nostra – non sembra affatto evolversi verso una rapida soluzione. Gli Ucraini non ci stanno, infatti, a sottomettersi all’arroganza del Cremlino e, non a caso, Zelensky continua a chiedere aiuti militari e finanziari a chiunque sia disposto a fornirglieli. A sua volta, Putin ha manifestato, in modo inequivocabile, la sua intenzione di non mollare la presa, nel momento in cui ha posto - come condizione per sedersi ad un tavolo di trattativa - il fatto che prima si siano tenute regolari elezioni in Ucraina, poiché l’attuale presidente sarebbe illegittimo. E poiché è ben difficile ipotizzare lo svolgimento di normali consultazioni elettorali sotto le bombe, risulta abbastanza chiaro che il piccolo zar, in questo momento, a tutto pensa tranne che al cessate il fuoco. C’è chi sostiene, soprattutto in Italia, che questa guerra non avrebbe mai dovuto iniziare e che l’Ucraina avrebbe, quindi, dovuto arrendersi immediatamente: noi però, a questa vulgata obiettiamo che se Kiev avesse, fin da subito, rinunciato a qualsiasi accenno di opposizione di fronte ad una così clamorosa violazione del diritto internazionale, Putin, con ogni probabilità, non si sarebbe più fermato e avrebbe poi attaccato anche la Moldavia e magari pure i Paesi Baltici. Per nostra fortuna però, il popolo ucraino ha scelto di sacrificarsi e di combattere anche per la libertà dell’Europa intera, mandando in frantumi certi piani di restaurazione dell’epopea zarista che, comunque, continuano evidentemente a frullare nella mente del presidente russo. Il fatto è che in Ucraina – così come negli altri Paesi dell’Est europeo che hanno vissuto l’esperienza del Patto di Varsavia - di tornare a soffocare sotto la pressione dei Russi (siano essi sovietici o neo zaristi) non ne vogliono proprio sentir parlare...E questo è un aspetto della questione che, purtroppo, in Italia sono in molti a sottovalutare, ma che nella memoria degli Ucraini – che, ad esempio, nella grande carestia ( imposta da Stalin all’inizio degli Anni Trenta) raccolsero circa 7 milioni di vittime - è, invece, ancora ben impresso. Grosse responsabilità per tutto quanto sta accadendo da ormai tre anni a questa parte, ricadono sull’Occidente – e non perché la NATO fosse andata ad “abbaiare al confine” dell’autocrazia moscovita – ma, al contrario, per l’imperdonabile leggerezza con la quale ha voluto ignorare le mire espansioniste di un regime pericolosamente ispirato alla dottrina della missione imperiale della Grande Russia. Stiamo, dunque, attenti visto che Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno, ha cercato di accarezzare il pelo anche al nostro Paese, dove sa di poter contare oltre che su un vice premier che, in una foto scattata non troppo tempo fa sulla Piazza Rossa, metteva in mostra la sua bella felpa con l’immagine dell’ex colonnello del KGB stampigliata sopra, anche sulla cecità di altre forze politiche che magari non sono neanche idealmente filo putiniane, ma che pur di esprimere la propria avversione verso tutto ciò che sa di occidentale, andrebbero beatamente – contente loro - a finire nelle fauci dell’orso russo, sventolando ingenuamente il drappo arcobaleno della pace ad ogni costo. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Il rischio dell’irrilevanza | 24/12/2024 | Il Corsivo
24-12-2024
Il rischio dell’irrilevanza | 24/12/2024 | Il Corsivo
L’anno che l’Unione Europea si lascia alle spalle non verrà certo ricordato come uno dei più sereni della sua storia, oramai ultra trentennale. Logorata, infatti, non solo dagli enormi problemi sorti a seguito del conflitto in Ucraina, ma anche da quelli dovuti al ristagno dell’economia ed all’instabilità politica di Paesi guida come Francia e Germania, Bruxelles si trova adesso a dover fronteggiare anche un insidioso “sentiment” di disaffezione rispetto ai suoi valori fondativi. Un “sentiment” alimentato da forze politiche che remano in senso anti unitario, vaticinando di un’Europa sempre meno compatta e sempre più fondata sulla regola del “chi fa da sé fa per tre”. Esiste, quindi, il rischio concreto che, già nell’immediato futuro, vengano a mancare quella coesione istituzionale e quell’unità di intenti, senza le quali l’orizzonte dalla irrilevanza globale si farà sempre più vicino. L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, tra dazi preannunciati e minacce di voler abbandonare gli Europei al loro destino sul piano militare – chiudendo cioè, quell’ombrello protettivo al di sotto del quale si erano comodamente adagiati da circa ottant’anni – ha indubbiamente rappresentato una sgraditissima doccia gelata sia per Bruxelles, che per tutti i singoli 27 Paesi membri dell’Unione. Tuttavia, noi siamo portati a pensare che il neo presidente - come del resto già fece durante il suo primo mandato - tenderà ad inquadrare ogni questione politica o economica, in termini strettamente commerciali, privilegiando di gran lunga i conteggi dei profitti e delle perdite , rispetto alle sottigliezze ideologiche ed agli ambiziosi obbiettivi programmatici sui quali, in Europa, si riflette (e magari ci si ammazza anche) da secoli… Pertanto, non ci meraviglieremmo affatto se il proposito di ridimensionare il peso e le funzioni della NATO, rientrasse beatamente dinanzi ad un chiaro impegno, da parte europea, ad incrementare gli acquisti di materiale bellico proprio dall’industria americana. Comunque sia, Trump o non Trump, l’Ucraina è destinata a rimanere il più grave problema che l’Unione Europea dovrà affrontare nel 2025. Diamo, ad esempio, per scontato che, in un modo o nell’altro, le due parti in causa – entrambe stremate da una guerra imprevedibilmente infinita – decidano di sottoscrivere un “cessate il fuoco”: siamo noi Europei seriamente convinti e, comunque, tutti coesi nell’inviare quei contingenti militari indispensabili per monitorare e garantire l’inviolabilità dei confini temporaneamente scaturiti dall’eventuale sospensione del conflitto? Siamo davvero in grado di rappresentare un baluardo militare, capace di indurre Putin a più miti consigli, frenandone i sogni di ritrovata potenza imperiale? A queste domande, almeno per ora, non ci sembra che l’Europa stia fornendo risposte lucide e coerenti. Pertanto, a prescindere da cosa faranno Trump o i Cinesi, l’anno che viene sarà un momento di svolta che ci chiamerà a scelte politiche radicali e probabilmente decisive per il nostro futuro. Altrimenti, la destinazione “irrilevanza” si farà sempre più inevitabile, riducendo il Continente che più di ogni altro ha fatto la storia, al rango di terra di conquista non solo economica, ma anche militare da parte di chiunque sappia fare la voce più grossa. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Perché “il fatto non sussiste” | 23/12/2024 | Il Corsivo |
23-12-2024
Perché “il fatto non sussiste” | 23/12/2024 | Il Corsivo |
Perché “il fatto non sussiste” L’assoluzione perché il fatto non sussiste di Matteo Salvini segue a ruota quella appena pronunciata anche in favore dell’altro Matteo della politica italiana: quel Renzi che è stato prosciolto dalle accuse mossegli relativamente al caso “Open”, dopo un calvario che, nei suoi cinque anni di durata, non ha risparmiato nemmeno i suoi genitori. Naturalmente, tutto è bene quello che finisce bene, anche se non vi possiamo nascondere che queste vicende – come alcune altre che le hanno precedute – finiscono sempre per suscitare in noi un certo rammarico: non è, infatti, per nulla confortante osservare come la pervicacia (tutta nostrana) dell’idea che la via giudiziaria al potere sia, tutto sommato, quella più rapida ed efficace, rimanga - a oltre trentanni dal suo inizio con l’esperienza talvolta tragica di “Mani Pulite” - ancora fortemente radicata in ambiti tutt’altro che irrilevanti della politica italiana. E’ vero che, probabilmente reso più smaliziato da una serie infinita (e sempre meno credibile) di processi avviati sulla base di scarsi elementi di colpevolezza - ma, comunque, assolutamente distruttivi sul piano mediatico – l’elettore medio, come del resto dimostra il risultato delle recenti elezioni in Liguria, è diventato un tantino più difficile da suggestionare... tuttavia i casi Renzi e Salvini sono oggi a testimoniare - se mai ce ne fosse ancora stato bisogno – della pericolosità che è insita nel consentire ad un qualunque PM di assurgere al ruolo di protagonista unico ed assoluto di un’indagine penale, potendola egli condurre con discrezionalità sostanzialmente illimitate Ecco perché ci pare che la separazione delle carriere, prevista dalla riforma Nordio, possa rappresentare una valida forma di tutela democratica e liberale dinanzi a certe derive pericolosamente autoreferenziali. Ed a questo proposito, nella nostra letterina a Babbo Natale, vogliamo esprimere il forte auspicio che pure le forze politiche che attualmente sono all’opposizione, comincino a riconsiderare certi loro atteggiamenti di totale chiusura nei confronti di alcune proposte legislative che sono ispirate ad un più chiaro e ragionevole garantismo. In fondo, se è vero che – almeno sino ad oggi – le indagini delle varie procure italiane sono parse orientate prevalentemente verso un particolare indirizzo politico, non sono comunque neanche mancati, in passato, esempi nei quali a finire nel vortice della mala giustizia – per chi non la ricordasse, segnaliamo la “via crucis” di Ottaviano Del Turco - sono stati proprio anche esponenti di quei partiti che oggi alzano, forse senza adeguatamente riflettere, le loro barricate contro ogni ipotesi di riforma della giustizia. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Manovra verso l'approvazione tra record di emendamenti, errori tecnici, scontri nella maggioranza | 20/12/2024 | Il Corsivo
20-12-2024
Manovra verso l'approvazione tra record di emendamenti, errori tecnici, scontri nella maggioranza | 20/12/2024 | Il Corsivo
Manovra verso l'approvazione tra record di emendamenti, errori tecnici, scontri nella maggioranza. Il disegno di legge di Bilancio 2027-2025 è pronto per il voto di fiducia. Una volta ottenuto nella tarda serata di oggi, saranno i senatori a dare il via libera e chiudere definitivamente la sessione di Bilancio 2024, condizionata da un record di emendamenti, errori tecnici, e da uno scontro politico nella maggioranza che ha ritardato l'intero iter parlamentare. Il caos tecnico e politico nella maggioranza. Gli emendamenti approvati sono stati 211: si tratta di un record rispetto alle ultime legislature visto che si toccano i 400 correttivi, compresi gli emendamenti identici. Diversi errori ce ne sono stati nella gestione della montagna di carta prodotta con fascicoli duplicati con lo stesso numero, ed emendamenti che intervenivano sulla stessa materia ma con due testi diversi. La stessa maggioranza ha prodotto correttivi a raffica costringendo gli uffici a verificare ogni volta i profili finanziari di ben 100 proposte di modifica. Su 208 emendamenti approvati ben 150 portano le firme dei deputati dei quattro partiti che sostengono la premier Giorgia Meloni. L'ultimo errore. L'ultimo errore grossolano riguarda l’Ires premiale: nel testo A presentato in Aula alla Camera mancava infatti un emendamento approvato in commissione Bilancio, che aggiunge un’altra condizione per l’Ires premiale destinata alle aziende che investono gli utili in azienda. Viene aggiustata la svista e reintrodotta la condizione sull’ammontare degli utili accantonati, che devono essere anche non inferiori al 24 per cento degli utili dell’esercizio al 31 dicembre 2023. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Manovra verso l'approvazione della Camera. Dopo Natale passa al vaglio del Senato | 19/12/2024 | Il Corsivo
19-12-2024
Manovra verso l'approvazione della Camera. Dopo Natale passa al vaglio del Senato | 19/12/2024 | Il Corsivo
Manovra verso l'approvazione della Camera. Dopo Natale passa al Senato. Il testo della manovra approda oggi a Montecitorio e in tarda mattinata sarà posta la fiducia che sarà votata venerdì. Poi la discussione parlamentare, le dichiarazioni dei leader dei partiti e il voto finale arriverà domani in tarda serata. Il via libera definitivo del Senato slitta a dopo Natale. Fin qui la calendarizzazione della manovra. Le ultime misure. La Lega incassa l’incremento delle risorse per il Ponte, e fondi anche ad altre infrastrutture, dalla Tav alla Sibari-Catanzaro e a Ferrovie. Dopo una dura opposizione, Forza Italia attenua la portata dei nuovi controlli previsti dalla regola sui controllori del Mef nelle aziende e negli enti destinatari di contributi pubblici. In particolare, si cancella del tutto la previsione che i revisori del Mef finiscano nei collegi sindacali o di controllo di chi riceve contributi pubblici, e ci si limita a chiedere agli organi di controllo già esistenti, quando il contributo è superiore a 100mila euro. Ha trovato un equilibrio il testo sull’aumento delle buste paga dei ministri e sottosegretari non parlamentari, accoppiato alla norma “anti-Renzi” che frena gli incarichi extra-Ue di componenti del Governo, deputati, senatori e presidenti di Regione. La Lega riesce ad inserire la possibilità per i lavoratori “interamente contributivi” di accedere al canale di pensionamento anticipato con almeno 64 anni di età grazie a un “ponte” con la previdenza integrativa. Non è una manovra di crescita. La legge di stabilità uscita dalle aule parlamentari non sarà certamente un documento che sprona alla crescita. Del resto poteva andare solo così, dopo un lungo ed estenuante braccio di ferro tra le forze della maggioranza, centinaia di emendamenti giunti all'ultimo momento ai deputati sotto forma di riformulazioni, tra le proteste delle opposizioni, che hanno lamentato il troppo poco tempo concesso per l’esame di una legge così delicata per il paese. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it